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ARGOMENTO: sicurezza e subacquea tecnica

sicurezza e subacquea tecnica 20/09/2009 23:21 #7

  • maxx
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Sono stato indeciso se intervenire .... non sono per nulla certo che ne valga davvero la pena.

Ma proviamo a ribadire alcune mie (ma non solo) convinzioni :

- La subacquea cosiddetta tecnica non è per tutti. Il passaggio da immersioni cosiddette "ricreative" (che permettono un'ampia tolleranza su varie carenze di "capacití " e di attrezzatura) a immersioni con "lunghe" decompressioni e' più difficile e complesso di tutta la trafila da "open water" (o primo grado che dir si voglia) a istruttore "ricreativo".

- In particolare, la subacquea "tecnica" non è per chi (e, per esperienza personale, sono qui compresi molti istruttori, anche TSA) non riesce a raggiungere un perfetto controllo di assetto/"trim" nelle varie condizioni (molti, anche istruttori, hanno in merito vari problemi ... ma non lo riconoscono) e una ottima padronanza nella gestione (in acqua e fuori) dell'attrezzatura e ... di se stessi. E' la prima cosa che deve imparare chi aspira a immersioni impegnative (e per questo sono appunto fondamentali i vari "esercizi" ).

- Chi poi è padrone di quanto sopra a 10 metri, a 30 metri ma non a 60, semplicemente non deve ancora affrontare immersioni più profonde di quelle delle quali è capace (non c'e' un motivo <u>oggettivo</u> per cui, ad esempio, la chiusura dell'isolatore del manifold, o una risalita in libera, debba riuscirmi con calma e perfettamente a 30 metri e invece diventi frenetica a 60: è solo un problema di controllo la cui consapevolezza dovrebbe impedirmi di immergermi oltre la mia zona di effettiva "tranquillití "). Un istruttore dovrebbe essere inflessibile su tutto ciò, ma a volte ha anche lui gli stessi problemi ... .

- Salvo rarissime eccezioni, per giungere al livello di cui sto parlando non e' assolutamente sufficiente il numero minimo di immersioni previsto dalle varie didattiche tecniche per i vari brevetti.

Insomma, questa che possiamo chiamare "capacití  di base"è la priorití  per una immersione "tecnica" il meno possibile insicura, ed è quella che definisce se davvero posso aspirare a immersioni a 40, o 50, o 60 e ...., e di che tipo ; poi potremo parlare di particolari dell'attrezzatura, di aspetti della programmazione, di profili deco ... etc.

Massimo

PS ho letto il post sull'immersione di Castelgandolfo: anche se magari merita una discussione separata, quale è la logica di usare EAN 40 come seconda deco dopo 21/35 ? La mia scelta è EAN 50 o, meglio ancora, 50/20.
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sicurezza e subacquea tecnica 20/09/2009 23:50 #8

  • Baron Gautsch
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ciao Massimo [;)]
sono daccordo con te su moltissimi punti [:)]
vorrei però proporti di riflettere su un aspetto "soggettivo" o meglio "psicologico" della profondití  che fa si ke chiudere un manifold a 10 mt 30 o 70 mt non sia poi, nella realtí , la stessa cosa.

Siamo "ospiti" nell'ambiente subacqueo per il quale non abbiamo sviluppato reazioni istintive a differenza della superficie: la nostra immersione è pura razionalití , è una scelta contraria ai nostri istinti (altrimenti ce ne staremmo sulla barca a prendere il sole[:)]). L'unica reazione instintiva che abbiamo sottacqua è raggiungere la superficie!

Quando affronti un problema in profondití  senti ke è tutto più complicato perchè stai subendo la pressione psicologica della "distanza" dalla salvezza. Più sei addestrato, più il problema è facile, più l'intervento sarí  "liscio", al contrario se sorgono difficoltí  il tuo inconscio lavora x farti tornare in superficie, il tuo stress aumenta, quello ke sapevi fare non ti riesce più..il tempo corre..il manometro pure..è buio...devo andar via...non credo ke debba aggiungere altro x chiarire il quadro;

riassunto: alta profondití -pressione psicologica della distanza dalla superficie-maggiore tensione e stress x ogni attivití  ke il sub pone in atto; ovvio tutto questo DEVE essere mantenuto in limiti di gestione "assolutamente sicura" [:D] pena un rischio inaccettabile di incidente [xx(]

Per l'EAN40 è legato alle condizioni del sito: un lago vulcanico particolarmente buio con imersione da fare lungo la cima guida sul fondo e un lungo percorso di nuoto x raggiungere la quota: scegliamo un EAN che in emergenza ci permetta di prenderlo più in profondití  oltre a togliere l'HE prima possibile dal profilo deco, visto che il triox ti penalizza rispetto all'EAN equivalente in molti modelli deco[;)]
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sicurezza e subacquea tecnica 21/09/2009 08:42 #9

  • maxx
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....... <i>la pressione psicologica della "distanza" dalla salvezza ...</i>


E' appunto un aspetto soggettivo, di carenza di controllo, cosa che ho visto varie volte.

C'è solo una "vera" soluzione: non immergermi alle quote dove avverto questa "pressione psicologica".
E non fare immergere con me chi, a quelle quote, è in questo stato (e il mostrare di "sentire" come la salvezza la risalita in superficie ne è una delle cartine di tornasole .....) .

Adesso devo andare, per l'EAN 40 vedo di aprire una discussione specifica.

Massimo
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sicurezza e subacquea tecnica 21/09/2009 09:26 #10

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concordo assolutamente! [:)][:)]
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sicurezza e subacquea tecnica 16/10/2009 18:19 #11

  • guediver
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buon giorno a tutti, essendo nuovo di questo forum, non vorrei sembrare scortese ad intervenire in questa discussione postando un mio parere , abbastanza critico e fuori tendenza, alla luce del fatto che negli ultimi tempi mi sono dovuto ricredere su alcune mie convinzioni e dogmi che ho ricevuto durante il mio addestramento.
Chi piu' di un dir può affermare che la pratica , l'addestramento e questo benedetto assetto sono fondamentali per la sicurezza in immersione!
Io mi sono dovuto ricredere su certi aspetti , dell immersione con metodo dir-gue.
In pratica ho raggiunto la convinzione che per quanto tu possa essere bravo nell' asetto, nel trim, nella pinneggiata, e nella gestione dell'atrezzatura , con la profondití  non ci sta a dire nulla.
La profondití  o ce l'hai nel tuo "dna" oppure non c'è addestramento che tenga.
La dodattica dir ha dato un gran apporto al nuovo metodo di immersione.
Di fatto non c'e' una didattica che non segua la configurazione minimalista ed i metodi decompresivi da noi utilizzati.
Il problema e' uno : per non avere incidenti devi fare una serie di cose: tanti esercizi, tantissimo alenamento, e sopratutto fare in modo che la maggior parte dei clienti o seguaci stiano a quote basse.
Questo è il punto chiave!
Per anni ho creduto ciecamente negli esercizi, nel assetto perfetto e in tutte queste cose.
Quando mi sono trovato a scendere con altri , ho guardato dall' alto in basso le persone che non avevano la mia fantastica postura ,e la mia padronanza del equilibratore.
però....
Ebbene, una volta mi sono trovato a scendere oltre i soliti 40-50m.
era la mia prima esperienza oltre ...
Con altre persone , che si ,avevano bene o male la mia configurazione, ma che io snobbavo per tanti motivi; tra cui la non perfetta cura del trim e dell' assetto, la risalita su un pedagno e non in libera, la tanto criticata jointline per fare la deco ecc ecc..
Ebbene queste persone avevano una sicurezza incredibile , maneggiavano telecamere, macchine fotografiche, sopratutto passavano in ogni buco per addentrarsi nei meandri più insidiati del relitto.
Assetto nemmeno a parlarne, le mute erano una specie di tuta mimetica dalle macchie di rugine che avevano preso su appoggiandosi ovunque. Personalmente io ero alibito , e anche molto agitato, al controllo manometri, questi avevano praticamente i bibo sopra i 150, io ero gia al limite , e sono dovuto risalire.
Dulcis in fundo alla quota dei 6m agitatissimo , mi metto in assetto assolutamente ben distanziato dalla cima del pedagno.
Mi raggiungono gli altri, questi si aggangiano con la joint, e si attaccano pure dei piombi supplementari .
Intanto io sto tribolando un po con l'assetto, non immaginavo che con un 18+18 quasi a secco e le stage non prprio piene fosse cosi' difficile mantenere la quota. Poi la corrente non ha di certo aiutato.
Ho perfino la stagna completamente colassata e sto congelando, idem il mio compagno , lui e' più fortunato ha quasi finito la deco in quanto ha respirato molto più di me ed è stato costretto a lasciare il fondo molto prima ,insieme ad un altro dei nostri che ovviamente lo ha seguito con vero piacere ;che strano!
Bene risaliamo tutti e tiriamo le somme.
In pratica noi, maestri della tecnica di immersione, siamo stati colti tutti da uno stress da profondití  ,quasi a secco di gas e con un sacco di dubbi nella testa.
Gli altri, quelli che non sanno andare in acqua , hanno fatto un bellissimo filmato della sala macchine, e del tunnel del albero del elica. uno ha fatto un bellissimo disegno ed alcuni rilevamenti del locale macchine, ed altri due il coppia hanno fatto una ventina di foto che sono apparse sulle riviste.
Che pensare? abbiamo passato più di cinque anni praticamente a curare questo benedetto asetto e trim, poi appena si e' iniziato a scendere sotto le quote solite che frequentavamo il baratro..
Con il tempo abbiamo riprovato, bene o male riesco a fare qualcosa di più, ma la profondití  continua sempre ad essere persistente nei miei pensieri e non sono tranquillo.
I miei amici (gli altri due di quel giorno) hanno realizzato che è meglio stare entro i 60m ,anzi l'ideale stare tra i 40-50 casomai con tempi di fondo lunghi; oltre : non se ne parla non ci stanno con la testa!
E che dire di quel gruppo di *****ni? onore alle loro imprese.
con il tempo ho pure avuto l'occasione di confrontarmi con questa gente.
forse certi modi di immergersi, come l'uso dellajoint , avere un assetto leggermente negativo, i pedagni di risalita ecc ecc non sono poi cose campate in aria. Forse un motivo c'e sopratutto quando fai della roba sulla batimetrica dei 100m. Forse, avere una stazione deco, dove attaccarsi non e' poi una cosa cosi insensata? forse.. ma questa è un altra storia

masimo
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sicurezza e subacquea tecnica 16/10/2009 22:31 #12

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Intanto benvenuto sul forum TSA[;)]
Complimenti per il tuo post: estremamente istruttivo, da far leggere a chiunque voglia avvicinarsi alle immersioni tecniche.[:)]
Io non condivido la "filosofia dir-gue" in generale, non il singolo approccio tecnico specifico alla soluzione di un problema che può essere validissimo.
Perchè[?]
Principalmente per due motivi a mio avviso validissimi:
(1) standardizza in assoluto l'attrezzatura/configurazione/gas impedendo un aspetto a mio avviso fondamentale x la crescita del sub tecnico: la capacití  di adattare la propria configurazione, gas,attrezzature all'immersione che andrí  ad eseguire. Questo adattamento genera una consapevolezza di scelte che rendono il sub tecnico sempre più sicuro (dentro e fuori dell'acqua), che gli offrono l'opportunití  di sopperire ad emergenze imprevedibili con un approccio flessibile e soprattutto altamente reattivo.

(2)presume che un esasperato addestramento "motorio" basato su innumerevoli ripetizioni di esercizi e procedure in acqua bassa sia da solo sufficiente ed adeguato a formare un subacqueo tecnico. Questo, come hai correttamente osservato e vissuto sulla tua pelle NON E' VERO [:(!][:(!][:(!]

Non è vero x il semplice motivo che non hai sviluppato la tua "quota di confort" concetto molto chiaro ai sub tec TSA: la quota ove le tue capacití  di intervento/gestione dell'immersione e degli imprevisti sono prossimi alle tue capacití  massime, ove cioè sei perfettamente a tuo agio (vedi i sub strokes del tuo esempio[;)]). La quota di confort è una combinazione di equipaggiamento,confidenza con questo, esperienze pregresse in condizioni simili, conoscenza delle tue reazioni psicologiche, gestione dello stress psicologico e fisico: un mix molto complesso da descrivere ma all'opposto molto facile da percepire: prova a metterti in verticale alla quota X.... (mettila tu!), scambiare un sorriso con il compagno o un gesto scherzoso mentre leggi la strumentazione e segui perfettamente il piano operativo, ti senti padrone della situazione e in grado di gestire ogni evenienza plausibile..eccoti in quota di confort..allora..e solo allora..puoi iniziare a pensare al prossimo livello del tuo addestramento[;)]

La TSA ha fra i suoi punti di forza questo atteggiamento flessibile, questa apertura mentale che ti fa rispettare gli altri, apprendere da questi e dalle loro esperienze, imparare a crescere come sub tecnico senza dogmi, sviluppando passo passo le esperienze che ti faranno diventare bravo, ma soprattutto prudente e sicuro [;)]
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Buona continuazione.

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