Certo dell' interesse di qualcuno del forum riporto il resoconto dell'esplorazione della grotta di Locoli effettuata nel 1988 da Olivier Isler . Essendo tradotta dal Francese passatemi qualche strafalcione che non intendo correggere per non far perdere originalití al testo.
<i>Lo scopo era di proseguire l'esplorazione ben al di lí della tappa di Penez-Chouquet del 1982(705 mt,-80 da S3) per mezzo dell'utilizzo di miscele ternarie : In 10 giorni di attivití intensa ,noi abbiamo potuto proseguire solo per 15 metri da questo punto (prof-86). Nonostante la scarsa visibilití e la necessití di riavvolgere la sagola(perche si era rotto il punto di attaccatura) sembra che il sifone continui a scendere per una dozzina di metri fermandosi in una duna di sabbia che ricopre il fondo dopo circa 70 metri . Perchè un cosí¬ scarso risultato visto gli importanti mezzi messi a disposizione ? Per molteplici ragioni :
Il Trasporto- Portare qualche bombola all'ingresso dell'S1 , non presenta affatto difficoltí :portarne una grande quantití diventa rapidamente logorante per l'esiguo numero di portatori che avevamo, questo nonostante la dedizione di molti speleologi del Gruppo Grotte Nuorese. L'unico problema è stato il fatto delle cattive condizioni (fisiche...):La fatiche del sommozzatore , da cui l'efficacia limitata in profondití ,sebbene l'impiego di miscela ternaria.
Il Profilo dell'S3 - Questo sifone ha una profondití che varia costantemente : -30 a 200 metri di progressione, -22 a 300 metri, -35 a 350 metri, -18! a 450 metri : questo complica enormemente la procudura di decompressione della miscela. Questa deve iniziare a -35 quindi a più di 500m dall'entrata .
La Torbidezza - L'S3 s'intorbida in numerosi punti , cosa che ci ha sorpreso molto sgradevolmente , perchè secondo Penez-Chouquet la visibilití era eccezionale nel 1982. Quest'anno,
noi non abbiamo avuto più di 10 mt. di visibilití , cosa non eccessiva viste le dimensioni considerevoli del sifone: La Torbidezza ha reso la fine della decompressione piuttosto pericolosa : A -18 (a circa 50/60mt di distanza dall'inizio dell'S3) la visibilití passa da 3/4 mt a circa 50 cm. dopo tranta minuti di percorso, obbligando a prendere una solo bombola d'ossigeno appena sufficiente per la deco finale. In effetti la seconda bombola non è stata trovata ( n.d.r. e non si poteva rischiare di perdere tempo e gas a cercarla) . Un incidente qualsiasi ,il filo d'arianna impigliato , un problema di tensione , avrebbe potuto avere gravi conseguenze. La complessití dell'immersione con miscela in una sorgente che si apre all'esterno è spesso un'impresa importante: Realizzare una immersione identica in un S3(n.d.r. terzo di una serie di sifoni ) nel fondo di una grotta , è incredibilmente più difficile .Per concludere ,se un gruppo desidera continuare l'esplorazione dell'S3 nelle condizioni corrette, dovrí procedere come segue :
- Dedicare molto tempo e attenzioni a equipaggiarsi di cavo o corda da 6/8(mm) per i primi 50 metri, affinchè la decompressione avvenga in buone condizioni di sicurezza
- Mettere dei ricambi (turni) di sicurezza nel S3 specialmente a circa 500 mt (-40mt)
- Circondarsi di numerosi subacquei (minimo sei) e portatori .
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