Ciao a tutti
Preciso che ho avuto le prime informazioni da un mio amico di Bolzano che, questa estate in agosto ha conosciuto in barca in Mar Rosso, la persona che ha avuto l'incidente; mi ha parlato di un sub molto appassionato e di grandissima esperienza e di una persona di grande simpatia ed umanití , al punto tale da fornirmi il suo numero di telefono per intraprendere eventuali contatti di collaborazione.
Pare che, mentre gli altri sono saliti, sia rimasto in acqua per eseguire qualche prova di assetto e poi non è più riemerso.
Data la grandissima esperienza e professionalití dell'infortunato e la dinamica dell'incidente potrebbe essersi trattato di un malore improvviso.
Comunque il mio amico conosce un familiare stretto della persona che ha avuto l'incidente, se dovessi avere nuove e più precise informazioni non mancherò di segnalarle sul forum.
Anche io poi ho letto le info su Varese News che riporto di seguito integralmente:
<font color="red"><i>Una domenica fatale per Gian Mario Esposito, il sub varesino morto a Castelveccana mentre si stava allenando per una manifestazione che si terrí sul lago Maggiore a fine mese.
Le ricerche sono scattate subito, appena gli altri sub si sono resi conto che Gian Mario non risaliva. (nelle foto, scattate con un cellulare, alcuni momenti delle ricerche). I sommozzatori dei vigili del fuoco da mezzogiorno hanno dispiegato un gran numero di forze di soccorso accorse da Como, Milano e Torino, oltre che da Varese, nelle acque di Castelveccana, più precisamente in localití Punta Granelli.
La localizzazione del sub senza vita è avvenuta una prima volta alle 15,45 a circa 45 metri di profondití ma non è stato possibile da subito il recupero del corpo. Le operazioni hanno seguito una procedura standard, per cui al corpo è stato legato un filo con un segnale per renderlo riconoscibile in superficie. Ma qualcosa in queste manovre è andato storto e quando la seconda squadra di sub ha sostituito chi l'aveva trovato, ormai in debito d'aria, non è stata più in grado di localizzarlo e riportarlo a riva.
Le ricerche sono proseguite in una inusuale sessione notturna. Tutti i soccorritori coinvolti, anche se esausti, sono rimasti sulle rive di Castelveccana e da Milano è arrivata anche una telecamera subacquea illuminata. Intorno alla 1,30 il corpo del sub è stato nuovamente avvistato a 56 metri di profondití , grazie all'utilizzo di un robot. Questa volta le operazioni hanno permesso il recupero del sub.
Solo grazie all'autopsia si potranno conoscere le effettive cause del decesso.
Per cercare Gian Mario Esposito, sub molto esperto e punto di riferimento nei diving club varesini, si sono comunque mossi fin dall'inizio - dall'allarme dato da alcuni colleghi alle 11 di mattina - i vigili del fuoco di Varese e Luino, i pompieri sommozzatori di Milano e i colleghi di Como e Torino, con l'aiuto dell'elicottero dei vigili del fuoco di stanza a Malpensa.
Si può dire che Giampaolo Porretti conosceva Gian Mario Esposito, ma sarebbe decisamente riduttivo. Dal 1970 si immergevano insieme nelle acque del Varesotto e non solo, inizialmente nel VareseSub, primo club di appassionati della provincia, e poi nell'Ana Octosub, del quale Esposito era presidente e Poretti è addestratore del gruppo di sommozzatori della Protezione Civile, sotto il "cappello" dell'associazione nazionale alpini. Di quanto successo ieri, Porretti preferisce attendere lo sviluppo delle indagini: «L'eventuale autopsia e l'analisi della strumentazione di Gian Mario stabilirí quali sono state le cause dell'incidente. íˆ certo che era un sommozzatore esperto e che non faceva scelte avventate». Parlare di rischi nelle immersioni è fuori luogo: Esposito era un sommozzatore espertissimo, con oltre 4000 immersioni alle spalle: «Le difficoltí nelle immersioni nei nostri laghi – spiega Poretti – sono squisitamente di natura ambientale. L'acqua è più fredda di quella del mare, la luminosití è scarsa, in superficie e fino a circa 5/6 metri ci sono delle sospensioni che impediscono il passaggio della luce. Immergersi è come andare in macchina: è più difficile guidare di notte e con i finestrini abbassati in inverno, ma è pur sempre guidare».
Come detto Porretti è un addestratore, insegna ad altri sommozzatori le tecniche per diventare operatore subacqueo, lo stesso brevetto che aveva Esposito: «Essere sommozzatore di Protezione Civile vuol dire saper intervenire in situazioni di emergenza – spiega -. Innanzitutto bisogna acquisire le tecniche di operativití e conoscere gli ambienti, saper lavorare in gruppo e gestire una squadra di uomini, che deve essere completamente intercambiabile in ogni suo elemento. Infine il subacqueo intelligente è quello che non entra in acqua, che coordina il lavoro di chi si immerge dalla barca». Nel gruppo Ana Octosub ci sono 24 persone, altri gruppi agiscono sotto l'egida della Provincia: «Noi per l'addestramento utilizziamo le stesse tecniche dei Vigili del Fuoco. Loro sono professionisti, noi cerchiamo di essere il più professionali possibile – continua Porretti -. In come quello di ieri bisogna far lavorare i professionisti, evitare le tentazioni di protagonismo: troppo spesso vedo in giro giacchette gialle (quelle in dotazione alla Protezione Civile) troppo pulite e stirate. La legge e il buon senso impongono di far intervenire Vigili del Fuoco, Carabinieri o chi per loro, senza voler apparire a tutti i costi».
Infine, un ricordo di Gian Mario Esposito da parte di Giampaolo Porretti: «Era un uomo solare, aveva una simpatia ed una fantasia uniche, un'esuberanza sopra le righe – spiega -. Come uomo era un professionista di altissimo livello, un dentista che studiava l'uomo e tutto ciò che gli ruota intorno, dai denti ai piedi e viceversa: era un professionista di livello internazionale, docente universitario apprezzato. Sapeva aggregare gruppi di persone e coordinare il lavoro dei suoi uomini, un appassionato di subacquea che studiava per migliorare le proprie tecniche. Una grave perdita per tutti noi». </i> </font id="red">
Spero di essere stato utile.