Sono perfettamente d'accordo che qualunque tipo di formazione, qualunque immersione in qualunque condizione/profondití possano aiutare a sviluppare e/o gestire in padronanza di sè, le situazioni di emergenza/stress.
Nessun dubbio quindi che una qualunque formazione alle immersioni profonde (che si chiami deep air, tecnical diver o altro) che fa' affrontare in condizioni "controllate" situazioni potenzialmente pericolose sia di indubbio beneficio.
Quello che volevo sottolineare è che tali preparazioni dovrebbero far nascere la consapevolezza dei limiti operativi oggettivi e non spingere in un delirio di onnipotenza a compiere immersioni nelle quali il rischio non è più calcolato ma assolutamente casuale e non controllabile.
Un salto durante il corso a - 61 è tutt'altra cosa rispetto ad una immersione operativa nella quale i tempi di fondo e le condizioni/situazioni/evenienze non sono del tutto controllate e prevedibili per i mille motivi che ci siamo più volte trovati di fronte anche quando tutto, ma proprio tutto era stato programmato ed organizzato sino all'ultimo dettaglio.
Ognuno può decidere cosa fare della propria vita, ciò che deve essere assolutamente fatto è di sensibilizzare maggiormente la comunití sub sui rischi delle immersioni ad aria oltre i 55/60 mt.
Sicuramente vi sono persone che riescono a lavorare anche a 90 mt (corallari) ma la selezione attitudinale in questi casi è brutale (la morte) e comunque si tratta sempre di eccezionalití e di persone che, facendolo ogni giorno, sviluppano una sorta di adattamento (che la comunití scientifica non ha dimostrato, ma che consente a questa persone di fare ciò che ad altri non è permesso) o comunque una tolleranza a qualcosa di tossico e non gestibile per altri.
Non mi sognerei mai di correre una maratona senza l'adeguata preparazione, a forziori non la posso certo comprare in una settimana anche dal migliore preparatore al mondo, (e non certo da un commercialista che un giorno decide, dopo una gita negli states, di emulare Brett Gilliam perché ritiene cosí¬ di sviluppare un bel lucroso business); e le conseguenze nel primo caso si riducono (se sono comunque in forma) a qualche decina di vescicole ed a qualche settimana di dolori muscolo/articolari.
Ciò che sicuramente non è accettabile nè possibile è che si creda di poter gestire tali immersioni in condizioni psicofisiche "normali" (non si può trascorrere tutta la settimana in macchina o dietro ad una scrivania e poi fiondarsi in profondití la domenica per "fare l'impresa".
Non critico quindi i corsi, ma chi avendoli seguiti ritiene di essere "pronto a qualunque immersione deep", e sopratutto chi, per far business, gli fa' credere ciò.
I risultati di questa gestione sconsiderata sono, purtroppo, sempre più sotto i nostri occhi.