Sono contento che Claudio Corti abbia risposto (era quasi l'unico in realtí che lo potesse fare a ragion veduta, essendo non solo uno dei pochissimi esperti utilizzatori italiani di SCR ma anche il massimo titolare della sezione italiana di una importante agenzia europea di immersione tecnica). Ho particolarmente apprezzato poi che mi abbia telefonato prima di mettere la sua risposta on-line, perchè il sentire la voce dall'altra parte del telefono è molto più coinvolgente e diretto che una fredda risposta via Internet. Non ci conosciamo da tantissimo ma lo apprezzo molto per la sua competenza tecnica e mi í simpatico dal punto di vista umano, cosa ancora più importante. La piccola polemica che ho innescato non vuole certo essere fine a se stessa. Capisco le ragioni di Claudio, soprattutto adesso che me le ha esposte chiaramente per lettera. Non le condivido del tutto, perchè penso che se gli istruttori TSA-SCR non hanno allievi (sembra proprio che sia cosí¬, ma non me ne stupisco affatto) è soprattutto per il scarso interesse e la diffidenza che tale modo di immergersi suscita nei sub nostrani e non perchè questi (gli istruttori) sono scarsamente incentivati a fare corsi. I nostri subacquei, come del resto quasi tutti gli italiani, si ritengono i più furbi del mondo (è un vizio nazionale), e snobbano i rebreathers. Se ciò è vero, alzare ulteriormente i costi dei corsi potrí magari portare qualche euro in più nella tasche degli istruttori, ma aggrava solo la situazione.
Di fatto i rebreathers sono relativamente diffusi nel mondo anglosassone, dove c'è gente che li usa regolarmente, si stampano libri, articoli scientifici e tecnici, ci sono siti internet che ne parlano, si fanno progetti e si costruiscono apparecchi. In Italia quasi nulla, con la lodevole eccezione della OMG/SAN-O-SUB con l'Azimuth.
Mi interessa comunque che la piccola discussione che ho innescato sia da pretesto ad un allargamento del dibattito (tra amici) su questo modo di andare sott'acqua nel quale credo. So benissimo che ci sono stati molti morti, ma vi invito a pensare anche a quelli in OC. Qualsiasi cosa usata male è dannosa, e sono convinto che molti di quei morti fossero dovuti non all'apparecchio in se, ma al modo di usarlo; inoltre esiste l'imprevedibile, e contro questo non ci si può fare molto. Il discorso è lungo, e non c'è nè il tempo nè lo spazio per chiarirlo in questa sede; inoltre non sono certo io quello più adatto a svilupparlo: ho una discreta conoscenza teorica ma per ora nulla in pratica, perciò se qualcuno vuole continuare sono qui davanti allo schermo per imparare. Da più di trent'anni vado sott'acqua in circuito aperto e da almeno 15 sento parlare di rebreathers. Sembravano il domani, ma in effetti sono ancora quasi fermi, almeno da noi. Sono arciconvinto che abbiano molti vantaggi e che se usati bene (in tutti i sensi) siano sicuri. Pensateci: scendere a 80-100 mt con 45 kg sulle spalle (il peso di un AZ-AF completo) al posto di 85-90 (il peso di un quadribo medio con erogatori, manometri e jacket tecnico) con molta più autonomia non mi sembra una cosa da buttare....
Ciao a tutti
Claudio
PS: Appena avrò il tempo ed i soldi penso farò il corso SCR, nonostante gli aumenti, sempre sperando nella benevolenza pecuniaria e tecnico-valutativa dell'amico Corti, al quale rivolgo il mio più cordiale saluto.
Claudio Merli