Non si tratta di farla facile o difficile. Ognuno di noi ha i suoi ritmi, i suoi tempi le sue abilití e capacití , e pure i suoi limiti.
I realtí stiamo tutti affermando le stesse cose che, forse, appaiono diverse solo perchè ognuno di noi usa i propri schemi mentali e cognitivi per approcciarsi alla materia: tutto ciò è normale e comprensibile.
Ciò che mi spaventa sono le prese di posizione e gli "assolutismi" teorici che leggo nei vari forum, per non parlare dei toni di alcune discussioni al limite della decenza e dell'insulto.
Ho la netta sensazione che ci siano molte persone che in questo periodo stiano soffrendo della recente popolarití che sta facendo crescere l'interesse per i circuiti chiusi, come se fossero delle cose avvicinabili solo da pochi eletti.
Vi ricordate quando negli anni 80 si disse che l'apertura di massa alla subacquea avrebbe creato morti e disgrazie? Quando si affermava che per formare un sub ci volevano 8,9 mesi come minimo?
Si dimenticava, allora come oggi, che ci possono essere vari modi di intendere l'attivití subacquea e di volerla praticare.
Lo stesso vale per altri sport: per imparare a sciare e diversi si va con un maestro e si imparano i fondamenti, poi si prosegue piano piano fino al livello che uno desidera e che può raggiungere.
Tuttavia anche nello sci ci sono i pazzi che si buttano a folle velocití e si ammazzano, ma di tutto ciò non si da la colpa al maestro: è questo che non capisco. Perchè mai un istruttore sub, che insegna in modo corretto le tecniche di immersione, dovrebbe essere responsabile se poi l'allievo che fa di testa propria si va a far male?
Le motivazioni che spingono le persone sono molteplici e nessun istruttore potrí mai sapere a priori cosa farí un allievo in futuro ma può insegnare dei principi corretti con cui affrontare la subacquea.
Ovviamente se l'istruttore è un imbecille o impreparato concordo con voi che i risultati saranno catastrofici.
A tal proposito però leggo sui vari forum, non solo questo, delle cose che mi fanno RABBRIVIDIRE: SCR modificati in CCR, consigli per modifiche ed elaborazioni, teorizzazioni varie sul funzionamento delle apparecchiature ecc ecc.
Ora, la cosa grave è che a disquisire in merito non sono dei neofiti ma persone serie, preparate, e con anni di esperienza! Possibile che non si rendano conto della pericolosití di tali comportamenti?
Ci sono molti modi per apprendere ed uno di questi è per imitazione: come si può pretendere che le persone siano ligie ed osservanti delle regole se gli esempi che hanno sono esattamente il contrario?
Si badi bene che non sto affermando che la sperimentazione e la ricerca debba essere fermata! Dico che non si può parlare bene e razzolare male.
Personalmente ho visto usare il rebreather in modo pericoloso e quando ho chiesto il motivo dei certe manovre mi è stato risposto: "hai ragione, non si dovrebbe fare........ il mio istruttore mi ha detto che è pericoloso...... però ho letto su un forum che facendo cosí¬ ..........posso ottenere delle prestazioni diverse......... e poi lo faceva pure lui...."
La sperimentazione va bene ma va fatta in modo scientificamente valido e corretto e rispettando tutte le norme che un lavoro sperimentale deve prevedere, non come spesso capita, di domenica pomeriggio e da soli. Nessuna azienda o istituto ricerca lavora in questo modo.
Come si può "provare" una attrezzatura nuova o una modifica senza avere uno staff di supporto tecnico e di sicurezza in caso di emergenza?
Mi preoccupa l'idea che ora, dopo anni di oblio dei CC, per colpa di qualche sprovveduto venga gettato un alone di diffidenza, paura e pericolosití in un sistema che ha molte potenzialití .
Pochi giorni fa è morto un altro sub e, anche se non si conoscono ancora le cause, l'unica cosa che si sente dire è che usava un rebreather.
Io non so che apparecchio usasse, se certificato o meno, se modificato o sperimentale, se stesse sperimentando della nuove soluzioni tecniche .Di certo che le voci che girano sono "hai sentito? è morto un'altro sub con il reb..."
Ciò che voglio dire è che le due realtí , quella di sviluppo e ricerca e quella di utilizzo, dovrebbero esser ben definite e separate altrimenti corriamo il rischio che si faccia di tuta un'erba un fascio con conseguenze spiacevoli per tutti.
Anni fa, nella zona del nor-est italia tutte le grotte subacquee erano libere e ci andavano tutti, preparati e non, e dopo una lunga serie di morti, sono state chiuse con delle leggi locali atte a salvaguardare la sicurezza: temo che se non ci sarí un maggiore responsabilití si finirí sulla stessa strada anche con i rebreathers, per due motivi: per prima cosa le persone spaventate da tutti questi incidenti non vorranno più tale sistema di respirazione; in secondo luogo potrebbe intervenire qualche "entití normativa" a regolamentare il settore con ovvie conseguenze.
Saluti, Mario.