Arduo rispondere brevemente per non cadere in omissioni o frasi da interpretare però innanzitutto occorre verificare se "l'esplicita clausola" per le attivití subacquee sia generica, andando allora facilmente a ricomprendere esclusivamente l'attivití svolta entro quella che viene definita immersione sportiva entro i 40 m, ma allora non copre i rischi del reb, probabilmente anche se si verificano problemi entro tali limiti sportivi; occorre specificare che la clausola contrattuale espliciti i rischi inerenti l'immersione fuori curva ed il relativo abbattimento delle franchigie applicate ai fini di una copertura integrale che per contro porta ad un discreto lievitare del costo finale del pacchetto assicurato, ma solo allora possiamo parlare di una copertura assicurativa fatta secondo i canoni del "buon padre di famiglia". In ogni caso occorre controllare il contratto nel coordinarsi delle varie clausole che formano la copertura, non per banalizzare il discorso che gli assicuratori o le aziende sono tutti ladri, ma semplicemente perchè questi non fanno altro che interpretare quello che uno chiede che normalmente è "voglio essere coperto al massimo ma vogli spendere niente", purtroppo le due cose non riescono mai a legarsi insieme. Viceversa, per affrontare un discorso prettamente legale, la mancanza di certificazione secondo normativa riconosciuta dalla comunití europea inficia in origine l'operativití delle clausole assicurative, l'omologazione è il primo requisito che, in caso di incidente il magistrato di turno farebbe controllare dal perito tecnico che in tali casi viene ad hoc nominato dal tribunale e la mancanza di risposta positiva in merito peserebbe notevolmente sul grado di responsabilití e sulle colpe che l'infortunato si dovrebbe addossare in situazioni particolarmente intricate dal punto di vista processuale quali quelle che si verificano in casi analoghi, quando normalmente avviene anche la chiamata in causa del costruttore del reb; insomma più la situazione è chiara sin dall'origine e per chiara intendo che vi sia certificazione, meno problemi sorgono dopo, tenendo in considerazione che la materia subacquea soprattutto quella tecnica, è argomento particolarmente ostico nei tribunali e impone al magistrato di turno di fondare la decisione finale (la compagnia assicuratrice deve pagare ma copre fino a) sulla scorta di informazioni fornite da tecnici esterni che vengono moninati in questi casi sia dallo stesso giudice sia dalle parti.
Insomma un ginepraio per il quale in questo caso vale la regola chi più spende meno spende. Discorso in pillole che comunque è interessante ma merita sicuramente un lungo approfondimento, mi auguro, per quel poco, di aver contribuito a chiarire il dubbio.
Cordialití