gruppo carlo 001Nel magico golfo di Cala Gonone in Sardegna, alcuni amici di diversa "estrazione culturale subacquea" (Bergamo Sub Explorer), ma con una unica grande passione incontrastata e inossidabile per la subacquea che li unisce tutti, (alla fine è la cosa che conta), hanno individuato ad una considerevole profondità , un fenomeno carsico degno di nota ed importanza.

Alberto Fadda (T.S.A.), Sergio Berlendis (T.S.A.), Stefano Murzi (T.S.A.), Carlo Roncoroni (P.T.A.), Ivan Rolli (T.S.A) e Gerry Grande (T.S.A.), coordinati dalla logistica del Diving Centro Sub Dimensione Mare di Fabio Sagheddu, hanno cosଠportato a termine una ricognizione alla profondità  di -107 mt, dove è stata individuata una grotta, che dovrebbe ulteriormente testimoniare che qui, circa cinquantamila anni fa, il livello del Mar Mediterraneo era più basso di ben 100 metri dall'attuale stato.

Già  dalla precedente brevissima perlustrazione effettuata nello scorso agosto, (vedi Bergamo Sub sez. Giornalino) si poteva forse presagire la possibilità  di un sistema nuovo di grotta derivante da una antica fuoriuscita di acqua dolce, ma dopo questo ultimo tuffo, sembra quasi sicuro che il fenomeno carsico sia il responsabile della creazione del tunnel. Infatti, l'acqua piovana resa acida dall'anidride carbonica, viene assorbita dal terreno e a contatto con le rocce calcaree scioglie il carbonato di calcio, dilavandolo, lasciando un buco che con il tempo diventa poi una grotta.

Ed è quello che abbiamo trovato, dopo aver combattuto con violente raffiche di Maestrale qui a Gonone, lo scorso 3 gennaio .

Tutto era oramai pronto: chi si era allenato al lago di Lecco, chi si è tuffato qui per preparare il campo, la logistica, le attrezzature e chi, come le mogli, ha sopportato tutto !!

Mentre il mitico Fabio, trasformato in scrupolosissimo barcaiolo prendendo varie secchiate d'acqua in faccia si ancorava saldamente al pedagno abilmente fissato in precedenza da Alberto e Stefano, il nostro team che era già  stato suddiviso in due parti dall'accurato briefing svolto nella sala del diving, si preparava al tuffo. Due amici programmati all'assistenza profonda e destinati ad accompagnarci vicino ai 90 metri , si immergevano subito con i loro 12+12 caricati con trimix 14/35, le stage da 10 litri di Ean 40 e ossigeno, ed ancora due mono caricati ad aria, pronti per essere adoperati in caso di necessità  o emergenza da parte di tutti. Dotati di buoni reel, ci avrebbero sagolato la parete ed indicato la via per raggiungere più velocemente il punto interessato .

Poco dopo, ci siamo tuffati noi del team di profondità , e solo al settimo minuto, accusando le onde ed una corrente fastidiosa incontrata fino a 20 metri, arrivavamo davanti all'enorme apertura: semplicemente spettacolare, anche perché sotto di noi, il mare era nero e la parete continuava ancora in profondità  !!

Con Sergio, avevamo già  impostato tabelle di back-up, computer ed erogatori del nostro 15+15 caricato con trimix 11-55, e procedevo alla misurazione con fettuccia metrica della larghezza e dell'altezza dell'apertura: almeno 10 metri per ben 13 metri in volta !! Alberto intanto controllava che tutto procedesse bene con un occhio sul timer e visualizzava più particolari possibili, considerato che al momento, non eravamo proprio riusciti a recuperare una macchina fotografica adatta a scendere fino a 107 metri . Purtroppo però il tempo è passato come al solito troppo veloce, e mentre memorizzavamo sulla lavagnetta altri dati utili, eravamo poco all'interno della grande apertura scura, e con stupore misto ad euforia, ci siamo accorti che sopra di noi ad almeno 20 metri più su, nel nero pece si vedeva l'azzurro del mare : la grotta, oltre a presentare colonne laterali all' imboccatura, entra nella montagna e sicuramente sale verso la superficie per riuscire in mare a 82 metri !!!!

Non si poteva proprio stare più giù: era il tredicesimo minuto . Uno stacco deciso dal fondo, e su verso una lunga decompressione ricca di abbracci di contentezza, di strette di mani e strane pacche sulle spalle ( in acqua non vengono bene ), cambiando con la miscela intermedia 14/40, poi con un 25/25 per passare all'Ean 50 e chiudendo tutti a bandiera sul pedagno con ossigeno puro, assieme ai compagni di assistenza e ai nostri novantasette minuti di immersione.

Alla sera, la grande ospitalità  sarda ed il calore degli amici, ha soddisfatto tutti con una ottima cena, annaffiata finalmente da una buona dose di Mirto : l'indomani non si sarebbe potuto rifare il medesimo tuffo per le pessime condizioni del mare! Con questa nostra piccola avventura, siamo riusciti cosଠa mettere a frutto e a finalizzare anni di allenamenti e centinaia di immersioni, lavorando a distanza tra la Lombardia e la Sardegna, provando con un piccolo successo a creare un lavoro di squadra che ha premiato tanto tempo passato fuori e dentro l'acqua. Ora la Grotta Cartoe (è il nome della località  sulla terraferma) offre sicuramente la possibilità  di future esplorazioni, verso l'interno e verso l'alto, ed aspetta e merita sicuramente di essere osservata con più attenzione da esperti speleo sub e geologi che possano dare nuove informazioni e risposte agli interrogativi di quanto succedeva sulla terra miglia di anni fa .

Carlo Roncoroni

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Buona continuazione.

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